L’azienda ungherese ha dichiarato che i suoi nuovi prodotti possono sopportare un carico di 300 kg. I moduli sono disponibili con potenze di 23,65 W e 59,68 W e possono essere integrati con pavimenti in legno-plastica, legno, pietra o ceramica.
Mentre in Danimarca sono in corso due progetti eolici offshore per la produzione di idrogeno in collaborazione con enti tedeschi, MOL ha avviato la produzione di idrogeno nella sua unità di elettrolisi da 10 MW in Ungheria.
“L’agriPV fornisce soluzioni tangibili ad alcune sfide affrontate dai parchi solari tradizionali, come la riduzione della produzione o i ritardi nella connessione alla rete. Inoltre, è utile per la sicurezza alimentare dell’UE, sostenendo gli agricoltori dei principali Paesi produttori di alimenti dell’Europa centrale. La legislazione e i quadri di sostegno sono quindi fondamentali per sbloccare il suo potenziale”, ha scritto Ember nel suo ultimo rapporto.
Secondo gli analisti della EUPD Research di Bonn, lo slancio per i sistemi di accumulo domestico a batteria con capacità fino a 20 kWh è guidato da mercati emergenti come la Polonia e l’Ungheria. In Germania, invece, si prevede un calo del 5% delle nuove installazioni rispetto all’anno precedente.
Helexia, specialista dei tetti solari e delle pensiline fotovoltaiche, ha annunciato il completamento di un finanziamento incrementale da 60 milioni di euro. I fondi serviranno a sostenere un portafoglio di 290 progetti di tetti e pensiline fotovoltaiche in Belgio, Francia, Ungheria, Italia, Portogallo e Spagna.
pv magazine Italia ha parlato con Mathias Schillen, AD di Budasol, durante Intersolar. Il produttore fotovoltaico tedesco/ungherese fa anche una previsione sulla produzione di pannelli al mondo: “in futuro ci saranno solo poche grandi aziende e fornitori di nicchia”.
Il solare ha mantenuto il suo status di fonte di energia elettrica in più rapida crescita al mondo per il diciannovesimo anno consecutivo e ha superato l’eolico diventando la più grande fonte di nuova energia elettrica per il secondo anno consecutivo. Lo spiega il rapporto di Ember di prossima pubblicazione. pv magazine Italia ha parlato con Sarah Brown.
Un gruppo di ricerca internazionale ha proposto di utilizzare l’ossido di ferro e l’ossido di rame per ridurre la temperatura dei moduli fotovoltaici termici (PVT). L’analisi ha dimostrato che i due composti sono in grado di ridurre la temperatura di esercizio dei pannelli rispettivamente del 23,49% e del 34,58%.
Un gruppo di ricerca internazionale ha progettato una nuova configurazione di modulo fotovoltaico-termico che utilizza l’ossido di zirconio come agente di raffreddamento. Si dice che il sistema sia più efficiente delle sue controparti raffreddate ad acqua nel ridurre la temperatura di esercizio.
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